Nel mese di settembre 2017, il Servizio per la qualità degli atti normativi del Senato della Repubblica ha diffuso il dossier sulla riduzione degli oneri amministrativi a carico delle imprese.

Nel documento si ricorda che il quadro normativo relativo alla misurazione e alla riduzione degli oneri amministrativi è estremamente complesso, frammentato e stratificato e si articola in una pluralità di strumenti che non sempre appaiono perfettamente coordinati tra di loro.

Persistono difficoltà nelle attività di quantificazione e, soprattutto, nell’individuazione delle platee dei destinatari. Nonostante gli sforzi delle amministrazioni, gli strumenti previsti dallo Statuto delle imprese si configurano ancora come adempimenti formali, svolti spesso ex post, invece che come risorse che consentano di misurare la qualità delle regole, prevenire l’introduzione di nuovi oneri e garantire l’effettiva conoscibilità da parte dei cittadini e imprese degli adempimenti introdotti ed eliminati.

In tal senso, le Relazioni governative indicano una serie di profili che potrebbero essere oggetto di approfondimento in sede di ripensamento della disciplina attuale:

– come proposto dalle associazioni imprenditoriali, potrebbe essere valutata l’opportunità di estendere l’ambito di applicazione delle disposizioni sulla semplificazione agli adempimenti amministrativi in materia fiscale e creditizia e a quelli verso terzi (ad esempio le etichettature), che determinano un forte impatto sui destinatari;

– viceversa, potrebbe essere valutata l’opportunità di escludere dal bilancio degli oneri: (i) gli adempimenti “a basso impatto”, prevedendo nelle Linee guida delle soglie in termini di popolazione di riferimento o di costo unitario, al fine di concentrare la valutazione degli oneri sugli adempimenti più rilevanti (e di evitare situazioni in cui i costi connessi alla raccolta e all’analisi delle informazioni necessarie per la predisposizione delle stime sono superiori ai benefici in termini di qualità della regolazione, trasparenza e rendicontazione per cittadini e imprese); (ii) i costi che cittadini e imprese sostengono per adempimenti finalizzati ad ottenere benefici. La Relazione contenente il bilancio annuale dichiara che sul punto ci sono state valutazioni diverse da parte delle associazioni imprenditoriali, che richiedono un approfondimento. In ogni caso, la Relazione, coerentemente con l’esclusione dal bilancio degli oneri a carico delle pubbliche amministrazioni e dei dipendenti pubblici, riterrebbe opportuno escludere gli oneri per la partecipazione ai concorsi per l’accesso alle pubbliche amministrazioni, da perseguire attraverso una modifica alle Linee guida;

– considerato che, in molti casi, l’attuazione di disposizioni di legge è rinviata all’adozione di ulteriori provvedimenti normativi e di atti amministrativi a carattere generale, dovrebbe essere dedicata maggiore attenzione alle “filiere dei provvedimenti”. Ad esempio, la legge n. 124 del 2015 ha previsto appositi decreti per individuare regimi autorizzatori, adottati con i decreti legislativi 30 giugno 2016, n. 126 e 25 novembre 2016, n. 222. Gli impatti di queste disposizioni normative, in termini di riduzione degli oneri per i cittadini e le imprese, potranno essere quantificati solo con la predisposizione dei provvedimenti attuativi;

– si potrebbe infine dare specifica evidenza al fenomeno del gold plating, nel caso di adempimenti aggiuntivi a quelli di diretta derivazione europea, inseriti in sede di recepimento delle direttive.

 

 


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