Uno dei rischi presenti negli ambienti di lavoro è lo stress lavoro correlato. Tale rischio rientra nei rischi trasversali/psicosociali. Alcune ricerche dimostrano che soprattutto in alcuni settori, come quello sanitario ad esempio, lo stress sia tra i rischi maggiormente presenti e crei danni sia a livello fisico che mentale.

Secondo dati INAIL ed Eu Osha in Europa il 28% dei lavoratori (40 milioni) ha manifestazioni di stress negativo, 20 miliardi di euro è il costo finanziario per i problemi correlati allo stress e il 50-60% dei giorni di lavoro persi sono collegati allo stress.

Ovviamente quando presente lo stress non incide solo sulla salute dei lavoratori, ma anche sulla loro produttività, con conseguenti danni economici per l’azienda.

Lo stress si può classificare in due tipologie: eustress che è lo stress buono, lo stimolo che il datore di lavoro deve saper dare ai lavoratori per produrre di più, il momento in cui il corpo gestisce gli stimoli stressori ed il distress: lo stress negativo, quello cronico, quello che porta a condizioni patologiche.

Infatti lo stress lavoro correlato non si può di certo definire una patologia, bensì una condizione psicofisica che comporta danni sia fisici che mentali. In pratica lo stress è un fenomeno che si verifica in presenza di eventi o caratteristiche di eventi che vengono percepiti dalla persona che li deve affrontare come significativi per il proprio benessere e che vanno oltre le sue capacità di farvi fronte.

In seguito a tale situazione si genera nell’individuo uno stato di tensione psicologica, fisiologica e comportamentale. Tale tensione può a lungo andare provocare delle conseguenze dannose o patologiche sia a livello individuale che a livello organizzativo.

È evidente che i danni che lo stress può provocare alla salute variano da individuo a individuo e sono causati da diversi fattori. La soggettività sta nel fatto che le differenze individuali costituiscono un elemento essenziale del processo di stress. Inoltre la percezione di una situazione o di un evento non è uguale in tutti gli individui e se per alcuni una situazione può essere fonte di malessere, per altri la stessa situazione può invece essere facilmente affrontata senza gravi ripercussioni.

Prima che compaiano i sintomi patologici veri e propri dello stress, si possono individuare dei campanelli d’allarme, classificabili in tre categorie:

– Organici

– Psico-emotivi

– Psico-comportamentali

Quelli organici sono: tensione muscolare (soprattutto a livello del collo, delle spalle e della regione lombare), cefalea da tensione, difficoltà nella digestione, secchezza delle fauci, stanchezza senza un motivo evidente o stanchezza mattutina dopo essersi svegliati, palpitazioni cardiache, pruriti e pizzicori alla pelle, diminuito interesse sessuale.

Quelli psico-emotivi invece sono: ansia e stato di allarme, ansia anticipatoria (si è ansiosi ancor prima che avvenga l’evento che ci rende tali), senso di urgenza, depressione, perdita di gioia di vivere e tristezza cronica, desiderio di abbandonare interessi o altro, senso di debolezza ed impotenza, calo delle capacità di attenzione, calo della capacità di concentrarsi, calo della memoria, disturbi del sonno.

Infine quelli psico-comportamentali sono: manifestazioni di insicurezza ed incertezza, irrequietezza, facile irritabilità, suscettibilità, manifestazioni di diffidenza, peggioramento dei rapporti sociali, uso o aumento dell’uso di sigarette o alcol, utilizzo di psicofarmaci, predisposizione ad una dieta alimentare sbagliata, squilibrata, non salutare.

Da questi campanelli d’allarme, se il problema non viene correttamente gestito, sia a livello aziendale che a livello personale, il rischio è che compaiano nell’individuo patologie di varia natura.

Il tutto si sviluppa poiché il di-stress va a innescare nel nostro corpo dei meccanismi ben precisi che portano a delle conseguenze negative.

Il di-stress infatti fa si che dal nostro cervello partano messaggi per l’ipotalamo, l’ipofisi e il sistema nervoso centrale autonomo, e da questo ne consegue che:

– Vi è un aumento della secrezione di cortisolo e adrenalina in corrispondenza delle terminazioni nervose

– Vi è un tempo di coagulazione ridotto

– Aumenta la pressione sanguigna

– Viene liberato zucchero per alimentare i muscoli

– Colesterolo e grassi vengono immessi nel circolo sanguigno

Tutte queste condizioni predispongono il soggetto alla formazione delle placche aterosclerotiche nei vasi, a patologie cardiache dovute all’ipertensione e una serie di meccanismi che mettono il corpo sempre sotto tensione.

Nello specifico lo stress lavoro correlato a livello del sistema endocrino provoca:

– Aumento: catecolamine (adrenalina, noradrenalina, dopamina), ormoni della corteccia surrenale (cortisolo), ormone della crescita, prolattina, ormoni tiroidei.

– Abbassamento: ormoni sessuali (estrogeni, progesterore, testosterone)

Nel sistema nervoso vegetativo comporta: rilascio di adrenalina e noradrenalina.

L’iper produzione di cortisolo e adrenalina (chiamati ormoni dello stress) crea danni al sistema immunitario (lo indebolisce) e al sistema vascolare.

Quando queste condizioni cronicizzano si hanno poi delle vere e proprie patologie, sia direttamente che come concausa con altri fattori di rischio.

I disturbi provocati dallo stress lavoro correlato si possono così riassumere:

– Disturbi all’apparato circolatorio: ipertensione arteriosa, cardiopatia ischemica.

– Disturbi gastrointestinali: alterazione della funzione intestinale, ulcera peptica, pirosi, colite, gastrite.

– Disturbi dell’apparato genitale: alterazioni del ritmo mestruale, amenorree.

– Disturbi della sfera sessuale: impotenza, calo del desiderio.

– Disturbi dell’apparato muscolo-scheletrico: mialgia, dolori muscolo tensivi.

– Disturbi dermatologici: arrossamenti, prurito, sudorazione, dermatiti, orticaria, psoriasi.

– Disturbi del sonno: insonnia, incubi notturni, spossatezza al risveglio.

– Disturbi neurologici e psicologici: cefalee, ansia, depressione, irritabilità, apatia, disturbi della memoria, difficoltà di concentrazione.

– Disturbi al sistema immunitario: predisposizione ad herpes, calo delle difese immunitarie, facilità ad ammalarsi.

Visti tutti i possibili danno di tale rischio, diventa fondamentale effettuare in primo luogo la valutazione dei rischi ed intervenire con misure organizzative specifiche. Anche l’individuo in forma autonoma può cercare di migliorare la propria condizione con l’aiuto dello sport, di hobby e dell’alimentazione.

Matteo Fadenti


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