IN POCHE PAROLE …

Proposte di Confindustria: vacatio legis di 12 mesi e riduzione a 80.000 euro della soglia per gli affidamenti diretti.

Schema di decreto legislativo all’esame del Parlamento

Dossier dell’Ufficio Studi  Senato e Camera 

D.Lgs. 18 aprile 2016, n. 50


Due le principali richieste del direttore generale di Confindustria , Francesca Mariotti, in audizione alla Commissione Ambiente e Lavori pubblici della Camera sullo schema di decreto legislativo del nuovo Codice  Appalti.

La prima proposta è  di abbassare a regime a 80.000 euro il limite massimo per l’affidamento diretto di servizi e forniture, attualmente fissato a 140.000 euro: “L’innalzamento stabile delle soglie per l’affidamento  è una modifica su cui non si può che esprimere un giudizio negativo, in quanto tali soglie vanno, in sostanza, a danneggiare soprattutto le piccole e medie imprese che possono partecipare più agevolmente proprio alle gare piccole“.

La seconda proposta è di rinviare di un anno l’applicazione del  nuovo Codice. «Sarebbe quanto mai opportuna – osserva il direttore generale  Francesca Mariotti – la possibilità di spostare in avanti l’entrata in vigore del codice degli appalti prevista per il 31 marzo 2023». Il motivo ? E’ presto detto: “Occorre evitare uno shock regolatorio, un’eccessiva discontinuità rispetto al Pnrr, nel momento peraltro di sua massima attuazione, che rischierebbe di rallentare, se non bloccare l’esecuzione delle opere. Una vacatio legis di 12 mesi, negoziata con le istituzioni europee, consentirebbe a tutti gli operatori di acquisire dimestichezza e conoscenza delle novità e rappresenterebbe una misura di buonsenso nell’ottica della sollecita attuazione del Pnrr».

Confindustria formula, comunque, un giudizio complessivamente positivo sul testo che giudica strutturato «in modo chiaro e leggibile», con  molte norme “auto esecutive”, senza rinvii ad altri testi di legge.

Agli operatori, invece, risulta “non chiaro”  come possa essere considerato ” leggibile” un testo suddiviso in 5 Libri,  con 229 articoli e 36 allegati. Sarebbe  intellettualmente più onesto ammettere che il quadro normativo in materia  di appalti pubblici è stato,  è  e sarà  comunque molto articolato e complesso, intervenendo in un settore  di rilevante importanza per l’economia, dove inevitabilmente si incontrano e si scontrano interessi privati e pubblici, che spesso faticano a trovare il giusto componimento e sfociano in contenziosi.

 


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