La Sezione delle Autonomie ha concluso l’indagine sul funzionamneto dei controlli interni degli enti locali nel 2017.

L’’indagine, che ha coinvolto 852 Amministrazioni, di cui 747 Comuni sopra i 15mila abitanti e 105 enti di area vasta, tra Province e Città metropolitane, tenuti a inviare la relazione annuale, fornisce il quadro delle metodologie di applicazione negli enti locali delle sei diverse tipologie di controlli interni.

ll referto al Parlamneto sugli esiti dell’indagine, approvato con deliberazione n. 23/SEZAUT/2019/FRG, ha evidenziato le numerose criticità riscontrate che concernono
soprattutto l’assenza della contabilità analitica, l’insufficienza delle direttive, l’inadeguatezza delle
tecniche di campionamento e il carente ricorso ad alcuni indicatori.

La criticità più rilevante  riguarda il controllo di gestione il cui ottimale funzionamento  richiede un sistema di contabilità analitica per centri di costo che non è instaurato diffusamente,. La sua adozione parziale comporta che non si riesca a fare ovunque riferimento a costi e ricavi, con l’effetto della mancata adozione sia di indicatori calibrati per verificare l’attuazione degli obiettivi, che di metodologie atte a correggere gli scostamenti.

Gli enti potranno trarre spunti interssanti dalle valutazione della Corte per introdurre gli opportuni correttivi e promuoverne il miglior funzionamento della complessa rete di verifiche,
che riguardano, dopo la riforma introdotta dal D.L. 174/2012, gli aspetti salienti della gestione.

Si ricordano le sei tipologie di  controlli interni:

  • controllo di regolarità amministrativa e contabile;
  • controllo di gestione;
  • controllo strategico;
  • controllo sugli equilibri finanziari dell’ente,
  • verifica dell’efficacia ed economicità degli organismi gestionali esterni all’ente;
  • verifica della qualità dei servizi erogati, direttamente o mediante organismi gestionali esterni.

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