Un manifesto da sottoscrivere: quello dei segretari comunali che chiedono di essere ascoltati sulla loro sorte.

Siamo pronti ad un chiarimento, discussione, confronto, ma non accettiamo che la figura del Segretario comunale sparisca dall’ordinamento giuridico del nostro Paese, senza  che il Governo ascolti cosa ha da dire la categoria”. Questo il contenuto  dell’appello rintracciabile nel Manifesto a firma di Concetta Giardina, Presidente dell’Associazione Nazionale Vighenzi.

La questione è la sopravvivenza della figura del Segretario comunale che il Disegno di legge governativo 1577 di riforma delal P.A. vuole sopprimere. Le ragioni della scelta   trovano radice nel tormentato logoramento della categoria che parte quantomeno dalle leggi Bassanini (1997). Da allora, ciclicamente la figura del Segretario comunale è stata messa in discussione con l’intento di ridimensionarla sia nei confronti del Direttore generale, sia nei confronti delle figure apicali dei Comuni. Eppure la figura ha resistito ed ha testimoniato la sua vitalità soprattutto nei piccoli e medi Comuni. Anche perché lo stesso legislatore, in modo sorprendente, ha attribuito al Segretario comunale nuovi compiti. Come in materia di anticorruzione ( Legge 90/2012) che ha promosso il Segretario comunale come il responsabile dell’anticorruzione.

Risulta pertanto logico che la categoria, attraverso il suo manifesto, rivendichi la necessità di un serio confronto con il potere politico per discutere del suo futuro. Ed è altrettanto logico che a questo appello abbiano risposto con apprezzamenti e sostegno circa trenta professori di diritto amministrativo e di diritto pubblico, oltre a personalità del mondo politico e della società civile.

Per la posizione dell’Anci sulla riorganizzazione del vertice burocratico dell’ente locale, leggi in questa Rivista “Riorganizzazione PA: le proposte dell’Anci sulla dirigenza locale” di Stefania Fabris.

avv. Lorenzo Camarda – già segretario generale della provincia di Brescia


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