Con deliberazione n. 3, del 16 maggio 2013, la Corte dei conti, Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato, ha approvato la relazione concernente “L’attività contrattuale delle Amministrazioni statali attraverso il mercato elettronico; benefici in termini di costi, nonché con riguardo alle tempistiche e alle esigenze di trasparenza delle relative procedure di acquisto”, in cui la stessa Corte esprime alcune considerazioni sullo stato di applicazione degli strumenti di acquisto informatici (Me.Pa. e Consip).

In breve, dalla relazione si evince che l’introduzione dell’obbligo di ricorrere al Me.Pa. ha di sicuro comportato dei benefici gestionali alla pubblica amministrazione ma, ciò malgrado, ancora oggi si registrano delle ritrosie ad avvalersi di tale sistema.

Se, da una parte, i costi sono stati ridotti, con effettivi risparmi di risorse, dando alle amministrazioni la possibilità di confrontare i prezzi e di scegliere il prodotto più pertinente alle proprie necessità (tra l’altro eliminando le vecchie procedure cartacee), dall’altra, si notano ancora delle significative criticità, ovvero:

–  il fatto che il ricorso al Me.Pa. non sia avvenuto nella stessa misura da parte di tutte le amministrazioni, nonostante gli obblighi in questo senso, imposti sin dal 2007, e resi più stringenti nel 2012 col dl n. 95;

–  il rifiuto di acquistare per via telematica, giustificato attraverso delle motivazioni irrilevanti, che si traducono in mere formule di stile (ad es. per la specificità del bene/servizio richiesto o per l’assenza del medesimo sul MePA);

–  la difficoltà, lamentata da alcuni dicasteri, di programmare annualmente i propri fabbisogni per via della mancanza di fondi;

–  il rilievo che sul Me.Pa. alcuni fornitori impongono lotti minimi di acquisito, per quantità che superano gli effettivi fabbisogni;

–  la segnalazione che alcuni beni, a parità di qualità, hanno un prezzo superiore rispetto a quello offerto dal libero mercato.

Evidenziati tali aspetti, la Corte fornisce alcune raccomandazioni alle amministrazioni statali, tra l’altro, suggerendo loro:

1) di acquistare i beni sul libero mercato solo dopo aver condotto una ricerca su tutti i bandi Me.Pa., allo scopo di accertarsi accuratamente dell’esistenza o meno del bene/servizio necessitato;

2) di effettuare una seria programmazione delle spese per beni e servizi, la cui mancanza non può essere giustificata con riferimento alla scarsità di risorse disponibili;

3) di costituirsi in “gruppi di acquisto” per far fronte ai lotti minimi proposti da alcuni fornitori, allo scopo di aggregare la domanda di beni;

4) nell’eventualità che l’operatore economico proponga un prezzo superiore rispetto a quello del libero mercato, di procedere all’acquisito non mediante un ordine diretto, ma avvalendosi di una richiesta di offerta, al fine di contrattare con il fornitore un prezzo inferiore rispetto a quello in listino.

deliberazione Corte dei conti n. 3/2013

 


Stampa articolo