Dal referto su “La spesa per il personale degli enti territoriali” (triennio 2015-2017), approvato dalla Sezione delle Autonomie della Corte dei conti con deliberazione n. 21/SEZAUT/2019/FRG, emerge che “La spesa totale, comprensiva del lavoro flessibile, del personale della PA, comparto funzioni locali, sfiora i 14 miliardi di euro, così suddivisi: 2,8 per le Regioni, 0,9 per le Province e le Città metropolitane e 10,3 per i Comuni. L’intero settore occupa, complessivamente, circa 483mila unità, distribuite tra dirigenti, segretari comunali/provinciali e direttori generali, lavoratori con qualifica non dirigenziale. Circa 36mila unità, pari al 7,5% del totale, hanno un contratto di lavoro flessibile”.
Il costo complessivo è riferito ai circa 483.000 unità suddivise tra personale dirigente, segretari comunali/provinciali e direttori generali e personale con qualifica non dirigenziale di Regioni e Province autonome, Province, Città metropolitane e Comuni.
Per la magistratura contabile è attuale l’esigenza di un costante monitoraggio da parte della Corte dei conti, anche se nella relazione focalizzata sul triennio 2015-2017 – non è possibile cogliere gli effetti delle norme più recenti sul contenimento della spesa.
Il dato sul costo medio per dipendente conferma, come è noto, che il personale regionale costa di più di quello comunali e provinciale: nel 2017, infatti, la spesa media per dipendente regionale ammonta a 34mila euro, a fronte di 27mila relativi al dipendente comunale e di 28mila per il dipendente provinciale. La spesa media per il personale dirigente è di 94mila euro nelle Regioni, 84mila nei Comuni e 103mila nelle Province.
I dati sono stati elaborati dalla Sezione autonomie sulla base delle informazioni tratti dal Sistema informativo conoscitivo del personale dipendente delle pubbliche amministrazioni (SICO).