In base all’accordo, siglato anche alla luce delle nuove previsioni stabilite dal Codice antimafia, la DNA potrà accedere alle informazioni disponibili presso il Casellario delle Imprese e la Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici, gestite dall’ANAC, per svolgere approfondimenti sugli operatori economici vincitori di appalti e accertare eventuali collegamenti con organizzazione mafiose. L’ANAC, da parte sua, inoltrerà periodicamente alla DNA le informazioni rilevanti in suo possesso, comprese le comunicazioni ricevute dalle Procure della Repubblica attinenti inchieste per reati di corruzione e gli operatori economici segnalati dalle Direzioni distrettuali antimafia che non risultano aver denunciato richieste estorsive all’autorità giudiziaria.
Nei casi in cui emergano sufficienti indizi per ritenere la sussistenza di condizioni di intimidazione o assoggettamento da parte di associazioni di stampo mafioso, l’ANAC comunicherà inoltre l’esito degli accertamenti compiuti nell’ambito di istruttorie o ispezioni affinché la DNA possa valutare, qualora ne ricorrano i presupposti, la possibilità di proporre l’amministrazione giudiziaria dell’azienda.