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Appalti verdi e mobilità sostenibile5 min read

Il 2 febbraio 2016 è entrata in vigore la legge n. 221 del 28 dicembre 2015 [1] recante “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo delle risorse naturali”. Tra le diverse novità introdotte da tale intervento normativo, vi sono quelle inerenti gli incentivi alla mobilità sostenibile e quelle riguardanti il Green Public Procurement, ossia gli appalti “verdi” della Pubblica Amministrazione.

Aquisti verdi

Con riguardo agli Acquisti verdi della p.a., il principale scopo che del  Collegato ambientale è agevolare l’applicazione dei criteri ambientali minimi all’interno degli appalti pubblici e promuovere l’adozione dei sistemi di certificazione ambientale. Invero, l’art. 16 della L. 221/2015 prevede, in aggiunta all’art. 75, comma 7 del D.Lgs. 163/2006 [2], nei contratti di servizi, lavori e forniture, la riduzione della garanzia a corredo dell’offerta e del suo eventuale rinnovo per il 30% nei confronti degli operatori economici in possesso del sistema EMAS o per il 20% per quelli in possesso della certificazione ambientale UNI EN ISO 14001. Nei contratti concernenti servizi e forniture, la garanzia e l’eventuale rinnovo vengono ridotti del 20% per gli operatori economici in possesso, per almeno il 50% dei beni e servizi oggetto del contratto, del marchio Ecolabel UE. Tali riduzioni sono cumulabili, anche con quella prevista dal primo periodo dell’art. 75, comma 7 del D.Lgs. 163/2006.

Infine, nei contratti di servizi, lavori e forniture, l’importo della garanzia e del suo eventuale rinnovo viene ridotto per il 15% per gli operatori economici in possesso di uno sviluppo dell’inventario di gas ad effetto serra ai sensi della norma UNI EN ISO 14064-1 o di un’impronta climatica di prodotto ai sensi della norma UNI ISO/TS 14067.

Con riferimento al criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, il Collegato ambientale introduce, tra i criteri di valutazione disposti dall’art. 83 del Codice degli appalti pubblici, il possesso del marchio Ecolabel UE in misura del 30% dei beni e servizi oggetto del contratto, l’uso più efficiente delle risorse e la promozione di un’economia che incentivi l’ambiente e l’occupazione, la compensazione delle emissioni dei gas ad effetto serra.

L’art. 17, inoltre,  disciplina che il possesso della registrazione al sistema EMAS o delle certificazioni UNI EN ISO 14001, ISO 50001 ed Ecolabel costituiscono elemento preferenziale per l’assegnazione di contributi, finanziamenti ed agevolazioni in ambito ambientale.

Invece, al fine di conseguire gli obiettivi previsti dal Piano d’Azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della P.A., l’art. 18 obbliga le pubbliche amministrazioni ad introdurre nei bandi di gara clausole contrattuale recanti i criteri ambientali minimi, già previsti da diversi decreti ministeriali, nelle seguenti categorie di beni e servizi: lampade a LED, apparecchi per l’illuminazione pubblica, attrezzature elettriche ed elettroniche d’ufficio e servizi energetici per gli edifici pubblici. Tale obbligo, inoltre, si applica per almeno il 50% del valore della gara d’appalto per le seguenti categorie: gestione dei rifiuti urbani, cancelleria, gestione per verde pubblico, servizio di pulizia e prodotti per l’igiene, ristorazione, prodotti tessili, arredi per ufficio.
È previsto l’obbligo, da parte dell’Osservatorio dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di monitorare l’applicazione dei suesposti criteri ambientali minimi ed il raggiungimento degli obiettivi prefissati dal Piano d’Azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della P.A.

Un’ulteriore novità  concerne l’illuminazione pubblica, per la quale è prevista la sostituzione delle lampade ad escandescenza con lampade LED nelle lanterne semaforiche.

Gli incentivi alla mobilità

Per quanto riguarda, invece, gli incentivi alla mobilità sostenibile introdotti dal Collegato ambientale, vengono stanziati trentacinque milioni di euro destinati al programma sperimentale nazionale di mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro. Il fondo nasce per finanziare i progetti predisposti dagli enti locali con più di 100 mila abitanti per iniziative di mobilità sostenibile come piedibus, piste ciclabili, car-pooling, car-sharing, bike-pooling, bike-sharing, programmi di educazione e sicurezza stradale, uscite didattiche con mezzi sostenibili. Sono tutte proposte il cui scopo è la riduzione del traffico e dell’inquinamento, nonché il contrasto alle conseguenze negative della sedentarietà. Entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della legge, il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare definirà i criteri e le modalità di presentazione di tali programmi. È possibile l’inclusione in questi progetti dei “buoni-mobilità”, concessi a titolo gratuito ai lavoratori che si avvalgono di mezzi di trasporto sostenibili. Al fine di garantire la massima trasparenza, nel sito web del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare viene inserita la sezione “Mobilità sostenibile”, ove vengono tracciati i finanziamenti destinati ai sopradescritti progetti.

Sempre nell’ottica del contenimento dell’inquinamento atmosferico ed acustico, dell’uso dei mezzi di trasporto privati, del contenimento del traffico, del consumo delle risorse energetiche, verrà istituita la figura del Mobility manager all’interno di tutti gli istituti scolastici, di ogni ordine e grado. Il Mobility manager scolastico, che verrà scelto su base volontaria e senza alcuna riduzione del carico didattico, avrà tra i suoi principali compiti: organizzare gli spostamenti casa-scuola-casa del personale scolastico e degli alunni; mantenere i collegamenti con le strutture comunali e le aziende di trasporto; coordinarsi con gli altri istituti scolastici presenti nel medesimo comune; verificare soluzioni, con il supporto delle aziende che gestiscono i servizi di trasporto locale, per il miglioramento degli stessi; incentivare l’uso della bicicletta e di servizi di noleggio di veicoli elettrici o a basso impatto ambientale; segnalare all’ufficio scolastico regionale eventuali problemi legati al trasporto dei disabili. Entro sessanta giorni dall’entrata in vigore del Collegato ambientale, il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, sentiti il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, emanerà le specifiche linee guida per supportare l’istituzione di questa nuova figura.

dott.ssa Alessandra Crepaldi