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Il RASFF: un sistema prezioso alla portata di tutti6 min read

Articolo a cura della Dott.sa Giulia Mattanza sul RASFF ed il sistema di allerta rapido Europeo.

17 sono le tonnellate di impasti di carne e formaggio per tortellini sequestrate dai Carabinieri del N.A.S. di Bologna durante le festività, e ancora, 7 tonnellate di pane e prodotti da forno realizzati con materie prima scadute, 1 tonnellata di farine e lieviti con data di scadenza superata e una struttura abusiva adibita a deposito di prodotti alimentari. Erano questi gli alimenti destinati a finire sulle tavole degli italiani, pronti per essere consumati durante le feste.
Decisamente un Natale nero per alcuni produttori di cibi Made in Italy, infatti, nel periodo precedente le festività, sono stati intensificati, da parte dei N.A.S., i controlli su tutto il territorio nazionale, con un’attenzione in più per tutte quelle aziende e quei laboratori produttori di pasta fresca, ripieni e prodotti della panificazione in generale.

Le sorprese non sono tardate ad arrivare. In Emilia Romagna, da Bologna a Ravenna, sono state ispezionate più di 70 aziende agroalimentari, alcune della quali sospese per carenze igienico sanitarie, oltre alle merci precedentemente citate e ritirate dal commercio. In totale sono state diciassette le sanzioni amministrative elevate, per un importo complessivo di 23.500€.
Questa notizie come tante altre, perché non sono pochi i prodotti che, annualmente, vengono ritirati dal mercato perché considerati pericolosi per la salute e la sicurezza dei consumatori, vanno ad influenzare la fiducia dei consumatori sul tema food safety.

Nei primi giorni del 2017, per esempio, sono state ritirate tra Lazio, Umbria e Toscana, alcune confezioni di Uva Sultanina perché contaminate da Ocratossina, sostanza nefrotossica in grado di provocare danni irreversibili ai reni e classificata dalla IARC (International Agency for Research on Cancer) come appartenente al gruppo 2B, ovvero con accertata cancerogenicità per gli animali e potenziale cancerogenicità per l’uomo.

E ancora Salmonella in petto d’anatra dall’Ungheria e Alflatossine nel peperoncino proveniente dallo Sri Lanka. Ed è ora la volta dei prodotti ittici, nel milanese sono state sequestrate tonnellate di pesce avariato, non correttamente etichettato o non abbattuto, anch’esso pronto per finire sulle nostre tavole in vista del Natale.
Oltre ai controlli, svolti da parte dei N.A.S. e dagli organi di vigilanza competenti, al fine di accertare le condizioni igienico-sanitarie dei prodotti, vi è il RASFF (Rapid Alert System for Food and Feed) un Sistema di Allerta Rapido per Alimenti e Mangimi, il quale consente, all’interno degli stati membri dell’Unione Europea, una rapida comunicazione e scambio di informazioni relative a tutti quegli alimenti (o mangimi) che possono rappresentare un rischio per la salute dell’uomo.

Il RASFF getta la sue fondamenta sul Reg. CE/178/2002 [1] il quale stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare, istituisce l’Autorità europea per la sicurezza alimentare e fissa le procedure nel campo della sicurezza alimentare. In particolare, agli art. 50,51,52 sono definiti il campo di applicazione, le finalità e le procedure del RASFF.
Successivamente, con il Reg. CE/1935/04 [2], il campo di applicazione del RASFF è stato esteso anche ai materiali e oggetti destinati a venire a contatto con gli alimenti.
L’efficacia del RASFF, nonché sua caratteristica fondamentale, è l’estrema semplicità. Come si è detto, l’obiettivo è quello di fornire a tutte le Autorità di controllo del Paesi Membri un efficace scambio di informazioni al fine di garantire la sicurezza alimentare dei prodotti commercializzati nell’UE. L’estrema semplicità sta nel fatto che ogni membro ha l’obbligo di notificare alla Commissione tutte le misure adottate nei confronti di un alimento considerato non sicuro per la salute dei consumatori, ovvero tutti quei casi di ritiro dal commercio, respingimento alla frontiera, limitazioni o blocchi. A sua volta, la Commissione, trasmette la notifica a tutti i paesi membri, garantendo un’informazione immediata.
Esistono varie tipologie di notifiche RASSF: le notifiche di mercato, che possono dividersi in notifiche di allarme e notifiche di informazione, i respingimenti alla frontiera ed infine le RASFF News.
Le notifiche di allarme vengono inviate quando un alimento o un mangime presente sul mercato rappresenta un grave rischio per la salute e pertanto vi è la necessità di un’azione immediata da parte di tutti i membri i quali devono verificare la presenza o meno di un alimento o mangime nel proprio mercato e mettere in atto le azioni correttive previste.

Vi sono poi le notifiche di informazione, analoghe alle notifiche di allarme ma che non richiedono un intervento immediato da parte degli altri Paesi perché il prodotto non è più presente oppure perché la natura del rischio è inferiore.
Per quanto riguarda le notifiche di respingimento alla frontiera, esse sono rivolte a tutti gli alimenti e mangimi controllati e respinti ai PIF (Posti di Ispezione Frontaliera), sui confini dell’UE e dello spazio economico europeo. L’obiettivo è quello di rafforzare i controlli su tutti i fronti in modo tale da impedire che tali merci raggiungano l’UE in altri modi.
Infine, tutte quelle segnalazioni relative alla sicurezza dei prodotti alimentari giudicati “interessanti” dalle autorità competenti, sebbene non costituiscano una vera e propria notifica vengono comunque inviate sotto forma di “News”.
Tuttavia, una notifica RASFF non avviene in modo automatico alla prima rilevazione di una non conformità. A monte infatti vi sta un’attività di controllo ed ispezione svolta dalle Autorità Competenti locali e nazionali. Dopo aver fatto analizzare il campione di alimento ed ottenuti i risultati, se si è riscontrato che il prodotto rappresenta un rischio per la sicurezza e la salute dei consumatori, questo viene segnalato al punto di contatto nazionale, che nel caso dell’Italia coincide con la Direzione Generale degli Organi Collegiali per la Tutela della Salute, il quale verifica la notifica e dove necessario la completa, per inviarla alla Commissione Europea, il tutto facilitato da una piattaforma web.
Allo scopo di rendere questo sistema facilmente accessibile, la Commissione Europea, nel luglio del 2009 ha inaugurato un portale dotato di un database consultabile online, in modo tale da garantire anche un certo livello di trasparenza nei confronti dei consumatori, operatori del settore agroalimentare e Autorità Competenti.

Chiaramente, e questo lo si ritrova nell’art. 52 del Reg. CE/178/2002, sono fissate delle precise regole di riservatezza in quanto le informazioni riguardanti i possibili rischi per la salute e la sicurezza dei cittadini sono messe a disposizione di tutti, nel limite e nel rispetto del segreto professionale.
Carlo Petrini, fondatore dell’associazione Slow Food ha detto “Ho bisogno di conoscere la storia di un alimento. Devo sapere da dove viene. Devo immaginarmi le mani che hanno coltivato, lavorato e cotto ciò che mangio”. Necessità, quella di Petrini, che tutti noi abbiamo perché mai come oggi i consumatori reclamano a gran voce la sicurezza e salubrità di un alimento, garanzie che ad oggi, sono possibili.

Dott.sa Giulia Mattanza