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Il radon, un gas cancerogeno presente nei luoghi di vita e di lavoro2 min read

Cos’è il Radon? Questa è una tipica domanda, a cui poche persone in Italia sanno rispondere, eppure questo gas cancerogeno certo, può provocare un fortissimo rischio per la salute delle persone che vivono e lavorano in ambiente in-door.

Il Radon è un gas radioattivo naturale, prodotto dal decadimento dell’uranio contenuto, in quantità variabile, nella crosta terrestre sin dalle origini della terra.

Il gas Radon, presente nel terreno e nelle rocce, si mescola con l’aria e sale in superficie dov’è rapidamente diluito nell’atmosfera. La sua concentrazione nell’atmosfera è quindi molto bassa mentre quando penetra negli ambienti chiusi tende ad aumentare, perché vi si accumula. La principale fonte di immissione di radon nell’ambiente è il suolo, insieme ad alcuni materiali di costruzione e, in qualche caso, all’acqua.

La IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro [1]) classifica questo gas nel gruppo 1, ovvero come “cancerogeno certo”. Il Radon è un rischio molto importante soprattutto nelle abitazioni o nei luoghi lavorativi a contatto con il terreno, quindi piani terra, interrati, cantine e taverne; dove questo gas si accumula molto facilmente. La sua presenza per l’uomo è impercettibile, essendo inodore, incolore ed insapore, ma se respirato può finire nei polmoni e dare un effetto cancerogeno. Il radon subentra nelle abitazioni tramite fessure nei pavimenti, punti di unione di elementi costruttivi, fessure nei muri interrati, vuoti nei pavimenti sospesi, fessure nei muri, vuoti intorno alle tubazioni, cavità nei muri.

L’unità di misura del gas è Bq/m3, la media europea di concentrazione di Radon è di 50 Bq/m3, quella Italiana è di 77 Bq/m3 mentre quella Lombarda è di 117 Bq/m3, decisamente più alta. Le regioni con una concentrazione maggiore sono la Lombardia e il Lazio, mentre le provincie più colpite sono quelle di Bergamo, Brescia, Lecco, Sondrio e Varese. L’Ufficio federale della sanità Pubblica di Berna [2], classifica il Radon al secondo posto, dopo il fumo di sigaretta, come causa per l’insorgenza di tumori polmonari. Tale effetto è sicuramente potenziato dal fumo di tabacco, tanto che un fumatore esposto a radon la probabilità di incorrere in tumore al polmone aumenta di 20 volte. Secondo il Ministero della Salute [3] l’esposizione a Radon in Italia è il responsabile di un numero di casi di tumore polmonare compreso tra 1500 e 6000 per ogni anno.

La prevenzione nei confronti di questo rischio, deve partire da un processo di formazione ed informazione sulla popolazione e sui lavoratori esposti. Inoltre è importantissimo misurare la presenza del gas, per quantificare il rischio. Oggi la misura può essere tranquillamente effettuata con dei campionatori passivi che devono permanere nel luogo di lavoro per almeno un anno, ed in ambiente di vita per circa tre mesi, per poter raccogliere tutto l’andamento di concentrazione del gas, che varia da mese a mese e addirittura tra giorno e notte.

Comunque le misure tecniche di prevenzione migliori devono essere effettuate in fase di costruzione degli edifici, creando pozzetti per il radon, aspirazione nell’intercapedine, o mettendo in sovrappressione l’abitazione. Sugli edifici già esistenti, le uniche precauzioni tecniche facilmente applicabili sono la sigillatura delle vie d’ingresso e la ventilazione dell’abitazione.