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"Legionella": un rischio biologico comune3 min read

Per legionella si intende un batterio aerobio definito gram-negativo di cui si conoscono molte specie tra cui la più pericolosa è la Legionella pneumophila. Il batterio prolifera negli ambienti acquatici naturali, risalendo poi a quelli artificiali come le tubature e gli impianti idrici dei centri abitati (serbatoi, piscine, fontane). Fattori predisponenti la malattia sono l’età avanzata, il fumo di sigaretta, la presenza di malattie croniche, l’immunodeficienza. Il rischio di acquisizione della malattia è principalmente correlato alla suscettibilità individuale del soggetto esposto e al grado di intensità dell’esposizione, rappresentato dalla quantità di legionelle presenti e dal tempo di esposizione. Sono importanti inoltre la virulenza e la carica infettante dei singoli ceppi di legionelle, che, interagendo con la suscettibilità dell’ospite, determinano l’espressione clinica dell’infezione.

Pare fin da subito chiaro come questo sia un “batterio infido” che colpisce persone a loro volta già debilitate, quindi l’adozione di misure preventive appare giustificata anche se la malattia viene diagnosticata raramente. Ciò dipende probabilmente da un mancato accertamento di tutti i casi, per cui la frequenza della malattia può essere sottostimata.

Secondo alcuni autori le legionelle sono responsabili dell’1-5% dei casi totali di polmonite comunitaria e del 3-20% di tutte le polmoniti nosocomiali. Applicando queste percentuali al numero totale di polmoniti nosocomiali che si verificano ogni anno in Italia si otterrebbe un numero di casi di malattia almeno dieci volte superiore a quello attualmente notificato.

Per questo motivo, è necessaria una corretta valutazione del rischio legionellosi e misure preventive per impedire la proliferazione del batterio.

Il 4 aprile 2000 in sede di conferenza Stato-Regioni viene siglato l’accordo pubblicato nel G.U. n.103 del 5 maggio 2000 dal titolo “Linee guida recanti indicazioni sulla legionellosi per i gestori di strutture turistico-ricettive e termali” mentre il 13 gennaio 2005 vengono siglati gli accordi pubblicati in G.U. n.28 del 4 febbraio del 2005, in virtù dei quali corre l’obbligo di procedere alla valutazione del rischio legato all’infezione da legionella con conseguente obbligo di elaborare il relativo documento ai fini dell’autocontrollo per le seguenti tipologie di attività:

• strutture turistico recettive (alberghi, hotel, pensioni, campeggi, residence, agriturismi, bed & breakfast, soggiorni di vacanza, affittacamere, navi da crociera etc.)

• strutture termali

• strutture ad uso collettivo (impianti sportivi e ludici, palestre, centri commerciali, fiere, esposizioni, centri benessere, etc.)

• strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali

Dovrà inoltre essere istituito il “Registro degli interventi”, cioè un documento riassuntivo degli interventi di manutenzione ordinari e straordinari sugli impianti idrici e di climatizzazione. Dovranno essere eseguiti da laboratorio accreditato almeno sei campionamenti all’anno per la ricerca ed il conteggio della legionella sui punti critici dell’impianto idrico e di climatizzazione identificati nel processo di valutazione dei rischi. Si dovrà procedere alla formazione ed informazione del personale coinvolto nel controllo e nella prevenzione della legionellosi.

L’ attenzione sempre crescente del problema agli occhi delle autorità competenti potrebbe far acquisire una certa sicurezza alle persone che usufruiscono degli impianti sopracitati, tuttavia non va dimenticato come questo particolare batterio trovi un ambiente favorevole alla replicazione anche all’ interno degli impianti di areazione condizionata che sono presenti nella stragrande maggioranza delle attività (uffici, studi di qualsiasi genere, attività commerciali), o nei semplici terminali delle docce degli spogliatoi dei dipendenti comunali e non.

Sarebbe quindi utile spronare le autorità competenti e in particolare i comuni ,come responsabili della sanità locale, a informare tutta la popolazione e , più nel particolare, i lavoratori ,di questo rischio biologico con l’ obbiettivo forse di far crescere una coscienza comune sul problema Legionella che ,anche se apparentemente insignificante, sta sempre più entrando a far parte delle nostre attività quotidiane sia dal punto di vista epidemiologico, sia dal punto di vista delle attività o impianti in cui essa si trova.

E’ di grande importanza effettuare dei campionamenti in autocontrollo, per verificare la presenza di tale rischio, ed eventualmente installare dei metodi di abbattimento (iperclorazione o shock termico). Come per tutti i rischi lavorativi, il primo e fondamentale passo è la valutazione del rischio, seguita da misure preventive e protettive utili a ridurre al minimo tale rischio. Nel caso degli uffici è importante disinfettare almeno due volte l’anno i filtri degli impianti di areazione, e tenere monitorata con campionamenti periodici l’assenza di tale rischio biologico.