Nella seduta del 5 giugno u.s., le Commissioni riunite Affari Costituzionali e Giustizia del Senato hanno avviato l’esame del disegno di legge n. 116, in materia di ineleggibilità ed incompatibilità dei magistrati.

L’intervento normativo mira ad apportare rilevanti modifiche all’attuale disciplina delle cause di ineleggibilità e di incompatibilità dei magistrati, regolando il loro ricollocamento in ruolo, per l’applicazione dei principi di imparzialità ed indipendenza della magistratura, secondo cui le funzioni esercitate e la qualifica rivestita dai magistrati non sono indifferenti e prive di effetto per l’ordinamento costituzionale (Corte costituzionale, n. 224, del 17 luglio 2009).

Lo schema di ddl riguarda gli appartenenti ad ogni magistratura (ordinaria, amministrativa, contabile e militare) che esprimano la loro candidatura politica, con particolare riferimento ai magistrati che siano stati candidati alla cariche di parlamentare nazionale, di parlamentare europeo, oppure a cariche elettive o incarichi amministrativi negli enti locali.

L’ipotesi del magistrato candidato, risultato eletto, viene distinta da quella del magistrato candidato, ma non eletto: nel primo caso è radicalmente escluso il ricollocamento in ruolo, col passaggio del soggetto nell’organico dell’Avvocatura dello Stato; nel secondo, è ammesso il ricollocamento in ruolo, ma con delle limitazioni territoriali, volte a scongiurare l’incardinazione del magistrato nell’ufficio di provenienza o la sua destinazione ad incarichi direttivi o semidirettivi per almeno due anni.

Da ultimo, il disegno di legge incide, attraverso la tecnica della novellazione, sui testi unici delle leggi per l’elezione della Camera dei deputati, del Senato della Repubblica e sull’ordinamento degli enti locali; in più, opera un intervento additivo sulla legge per l’elezione dei membri del Parlamento europeo.


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