L’Istat rende disponibili i risultati del 9° censimento generale su industria, servizi, istituzioni e non profit.

Dai dati emerge un paese in profonda trasformazione, con una crescita del non profit, un arretramento della pubblica amministrazione, ed un cambiamento del sistema delle imprese a causa della crisi economica e del mutato contesto competitivo.

Rispetto alla precedente rilevazione del 2001, il numero delle istituzioni pubbliche scende a 12.183, (-21,8%). La riduzione è legata a una serie di interventi normativi e di processi di razionalizzazione che hanno portato, negli anni, alla trasformazione di enti, da diritto pubblico a diritto privato, e all’accorpamento tra istituzioni diverse.

Nel 2011 i lavoratori attivi della PA sono poco più di 2,8 milioni, con 116mila lavoratori esterni e 11mila lavoratori temporanei.

Tra gli enti locali, i Comuni risultano aver subito la più forte contrazione del numero di addetti (-10,6%) seguiti, tra gli altri, dalle Regioni (-8,6%).

Una diminuzione del personale dipendente (-24,8%) si riscontra anche in altre istituzioni pubbliche (Camere di Commercio, ordini e collegi professionali, università ed enti di ricerca). Significativa anche la contrazione (-14,2%) del numero di addetti negli Organi costituzionali, a rilevanza costituzionale e nelle amministrazioni dello Stato: Ministeri, Agenzie dello Stato, Presidenza del Consiglio.

Per quanto riguarda le Province: nel decennio, questi enti avrebbero aumentato dell’11,3% i propri dipendenti per via della dilatazione del loro numero (da 102 a 109); lo stesso sarebbe accaduto alle Comunità montane e isolane e alle Unioni di comuni (+42,9%) a causa del passaggio da 355 a 573 enti.

Tra i documenti di interesse segnaliamo, in particolare, “Il nuovo volto della p.a.: le istituzioni cedono il passo a imprese e non profit nei settori del welfare” e  “Istituzioni pubbliche e non profit: un quadro d’insieme”.


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