Lo scorso 7 di maggio il Garante per la protezione dei dati personali ha pubblicato la relazione annuale sull’attività svolta nel 2018.

Il documento affronta numerose tematiche tra cui segnaliamo gli approfondimenti relativi a:

  • il quadro normativo di riferimento, ivi comprese le novità apportate dal decreto legislativo 10 agosto 2018, n. 101 e le linee di fondo dell’adeguamento della normativa nazionale al GDPR;
  • il decreto legislativo 18 maggio 2018, n. 51, di attuazione della direttiva (UE) 2016/680 sui trattamenti effettuati a fini di prevenzione, indagine, accertamento e perseguimento di reati o esecuzione di sanzioni penal;
  • i trattamenti delle amministrazioni pubbliche con un focus anche sui trattamenti di dati sensibili e giudiziari, la trasparenza amministrativa, l’accesso civico e la pubblicazione di dati personali on line e sui trattamenti effettuati presso regioni ed enti locali;
  • la sanità e i dati genetic;
  • i trattamenti in ambito giudiziario e da parte delle Forze di polizia;
  • Internet e servizi di comunicazione elettronic;
  • marketing, profilazione e trattamento dei dati personali;
  • la protezione dei dati personali nel rapporto di lavoro pubblico e privato;
  • la violazione di dati personali (data breach);
  • il registro dei trattamenti.

Dal lato dei “numeri”, il Garante informa di aver adottato il 157 provvedimenti collegiali, deciso 130 ricorsi decisi, emanato 157 ordinanze ingiunzione, effettuato 37 verifiche preliminari, reso 28 pareri al Governo e 44 in materia di accesso civico, riscontrato 5640 segnalazioni e reclami, risposto a 22.802 quesiti, riscosso 8.161.806 a titolo di sanzioni, svolto 150 ispezioni ed effettuato 27 comunicazioni all’Autorità giudiziaria.

L’Autorità ha reso disponibili anche il discorso del Presidente sulla relazione 2018, unitamente ai dati di bilancio sull’applicazione del GDPR dal 25 maggio 2018 al 31 marzo 2019.


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