Uno degli obblighi del datore di lavoro è quello di avere e catalogare le schede di sicurezza delle sostanze chimiche utilizzate dai propri lavoratori. La legge infatti prevede che per ogni sostanza, prodotto, miscela chimica, sia presente in azienda la relativa scheda di sicurezza. Nella pratica, queste schede, chiamate più comunemente anche con la sigla SDS, sono dei documenti legali in cui vengono elencati tutti i pericoli per la salute e per l’ambiente dei prodotti chimici a cui si riferiscono. Nello specifico le schede consentono: al datore di lavoro di determinare se sul luogo di lavoro vengono manipolate sostanze chimiche pericolose e di valutare quindi ogni rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori derivanti dal loro uso; agli utilizzatori di adottare le misure necessarie in materia di tutela della salute, dell’ambiente e della sicurezza sul luogo di lavoro.

Le sostanze utilizzabili in una qualsiasi attività sono innumerevoli e possono quindi recare diversi danni alla salute degli utilizzatori. Per poter utilizzare e gestire in modo corretto i prodotti chimici, è utile conoscerne a fondo le proprietà, e per poter fare ciò, si deve prendere visione delle schede di sicurezza. Tali documenti possono essere allegati al documento di valutazione dei rischi, oppure catalogate in azienda in altro modo, l’importante però è che siano sempre presenti e sempre consultabili da parte dei lavoratori. Solitamente le schede di sicurezza, da non confondere con quelle tecniche che descrivono solamente i metodi di utilizzo della sostanza, vengono consegnate dai fornitori, oppure si possono scaricare dai siti delle aziende produttrici della sostanza chimica. E’ importante che in azienda siano catalogate le schede di sicurezza più recenti, infatti ogni scheda, solitamente in alto a destra, riporta una data di revisione, che deve essere il più recente possibile. Le schede di sicurezza sono obbligatorie per tutte le sostanze, non solo per quelle più pericolose. Anche il semplice toner delle stampanti, o il detergente utilizzato per le pulizie devono essere accompagnati da idonea scheda di sicurezza.

La struttura di queste è standard, e così come il contenuto è regolato, in Europa, dal Regolamento CE n. 1907/2006, concernente la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (il così detto REACH). La composizione delle schede è quindi uguale per tutte le sostanze chimiche, ed è il seguente:

  1. Identificazione del preparato/sostanza: Al primo punto troviamo le informazioni sul produttore della sostanza ed eventualmente del distributore (ragione sociale, indirizzo e contatti), il nome della sostanza, sia quello commerciale che eventualmente quello chimico. Questo punto è utile per identificare la sostanza e per associare (in azienda) la scheda con essa.
  2. Identificazione dei pericoli: Il secondo punto è uno dei più importanti. Infatti qua troviamo l’indicazione dei pericoli che questa sostanza (o miscela) provoca all’uomo (sia alla salute che alla sicurezza dei lavoratori) e all’ambiente. I pericoli vengono identificati con l’utilizzo di un codice, rappresentato dalle frasi di rischio e dai consigli di prudenza. Il REG CE 1272/2008, regola i codici che vanno ad individuare i rischi (frasi H) e i consigli di prudenza (frasi P). Tali codici riportano la lettera H o P seguita da un numero (in passato le lettere erano R ed S). Ad esempio H350 significa può provocare il cancro, mentre P271 significa utilizzare soltanto all’aperto o in luogo ben ventilato. Si sottolinea che i rischi riportati in questa sezione si riferiscono alla totalità della sostanza e/o miscela e non ai rischi/pericoli dei singoli componenti, che invece sono rappresentati al punto seguente.
  3. Composizione/informazioni sugli ingredienti: Come accennato, al punto 3 sono presenti le informazioni sui singoli componenti della miscela. Questo aspetto è fondamentale per chi deve effettuare la valutazione del rischio chimico, in particolare quando si deve considerare l’effetto cumulativo di diversi prodotti alla quale i lavoratori sono esposti. Infatti può essere che un prodotto contenga al suo interno una sostanza che può essere ad esempio irritante o tossica per le vie respiratorie, ma la totalità del prodotto al punto 2 (quello dedicato ai rischi dell’intera miscela) può non avere come caratteristica pericolosa quella di essere irritante o tossica per le vie respiratorie. Finché questa sostanza è l’unica ad essere utilizzata non insorgono particolari problemi, ma se il lavoratore oltre a questa, utilizza altre sostanze che al punto 2 non presentano particolari rischi, ma che sono composte al 5% o al 10% da componenti irritanti per le vie respiratorie, si instaura un effetto cumulativo che in fase di valutazione non può essere trascurato. N.B. in alcune schede i punti 2 e 3 possono essere invertiti.
  4. Misure di primo soccorso: le informazioni riportate al quarto punto sono utili agli addetti al primo soccorso aziendali che devono intervenire in caso di ingestione accidentale, esposizione cutanea, contatto oculare e inalazione accidentale della sostanza da parte di un collega. Inoltre uno dei motivi per cui le schede di sicurezza devono essere presenti in azienda, e in un luogo facilmente accessibile, è anche che in casi di trasporto di un infortunato in pronto soccorso per problematiche legate all’utilizzo di una specifica sostanza, la scheda deve arrivare in ospedale insieme al lavoratore, in modo tale che i medici possano consultarla e prestare le cure più idonee in base al tipo e alla composizione del prodotto.
  5. Misure antincendio: in questa sezione sono riportati i metodi di spegnimento più efficaci, per incendi scaturiti dalla sostanza in questione. Sarebbe opportuno infatti, decidere il modello di estintore da posizionare nel luogo di lavoro, anche in base al tipo di sostanze stoccate ed utilizzate, per permetterne (in caso di incendio) un corretto e sicuro spegnimento.
  6. Misure in caso di rilascio accidentale: qui vengono svelati i metodi efficaci di raccolta della sostanza nel momento in cui vi è un rilascio o uno sversamento accidentale. Questo comunque non dovrebbe mai accadere quando la sostanza viene stoccata in modo corretto (es. vasche di raccolta) ma in caso di incidente, al punto 6 ci sono i consigli utili per intervenire e raccogliere la sostanza.
  7. Manipolazione ed immagazzinamento: al punto 7 sono presenti i consigli per un corretto immagazzinamento (in armadietti areati, lontani da umidità, luce e fonti di calore), nonché i metodi per una corretta manipolazione.
  8. Controllo dell’esposizione: il punto 8 è uno dei più importanti, sia per il lavoratore, che per il valutatore. Infatti in questo punto vengono riportati prima i limiti di esposizione (es. TLV TWA ecc) utili all’igienista industriale o al consulente che valuta il rischio chimico utilizzando un campionamento specifico, e successivamente i dispositivi di protezione individuale (DPI) da dover utilizzare per proteggersi in modo efficace dalla sostanza. Se la scheda di sicurezza è elaborata in modo esauriente (come previsto dalla normativa), le indicazioni presenti in questa sezione dovrebbero essere molto specifiche. Infatti i DPI non devono essere elencati in modo generale, ma bensì devono esserne riportati i modelli specifici. Ad esempio non si dovrebbe trovare scritto utilizzare mascherina protettiva, ma piuttosto utilizzare maschera protettiva con filtri FFP2A1.
  9. Proprietà fisiche e chimiche: Al punto 9 sono riportate le proprietà chimiche e fisiche della sostanza. Ad esempio possiamo trovare il colore, l’odore, il PH, il punto di ebollizione ecc. Queste indicazioni sono utili per chi ne vuol fare un utilizzo particolare, magari in concomitanza con altre sostanze. Anche il colore, che a prima vista può sembrare una indicazione di poco conto, può essere importante per la salute e sicurezza dei lavoratori. Infatti se un dipendente, andando contro quello che prevede la legge, effettua un travaso, utilizzando come contenitore una bottiglia con l’etichetta di una sostanza diversa, un collega che deve utilizzare la sostanza indicata nella bottiglia, se prima dell’utilizzo nota che il colore non è quello della sostanza da lui cercata, può evitarne l’utilizzo e magari prevenire spiacevoli incidenti.
  10. Stabilità e reattività: Al punto 10 vengono indicate le caratteristiche di reattività della sostanza. Questo punto può essere utile persino in ambiente domestico (oltre che in quello lavorativo) e sicuramente per chi utilizza prodotti chimici per le fasi di pulizia (nella scheda di sicurezza dell’ammoniaca, in questa sezione, troveremo l’indicazione di non mischiare con candeggina). E’ importante leggere il punto 10 prima di miscelare qualsiasi sostanza con altre. (es. un acido con una base).
  11. Informazioni tossicologiche: Qui vengono date le informazioni tossicologiche, utili soprattutto a chi valuta il rischio e al medico competente.
  12. Informazioni ecologiche: Anche l’ambiente può subire un danno da uno scorretto utilizzo delle sostanze chimiche. In questa sezione vengono riportate le informazioni per evitare che ciò accada.
  13. Considerazioni sullo smaltimento: Lo smaltimento è un processo fondamentale della sostanza chimica, soprattutto per la tutela dell’ambiente. In passato gli scarti delle industrie hanno inquinato fortemente l’ambiente, creando ovviamente danni anche a chi lo vive, ovvero l’uomo (es. il caso Caffaro nel bresciano). Per le sostanze più pericolose è bene affidarsi a delle aziende specializzate per la raccolta e lo smaltimento.
  14. Informazioni sul trasporto: Questa è una sezione fondamentale per chi commercializza e quindi trasporta le sostanze. Infatti qui si può capire se la sostanza rientra ad esempio nella normativa ADR o in altri particolari casi che ne regolano il trasporto.
  15. Informazioni sulla regolamentazione: Qui si danno informazioni e si citano i regolamenti relativi alla sostanza in questione.
  16. Altre informazioni: Infine il tutto si conclude con il punto 16 dove il produttore può aggiungere diverse informazioni che non rientrano nei precedenti punti. Spesso vengono riportate le frasi di rischio dei singoli componenti, da non confondere con le frasi di rischio dell’intera sostanza/miscela.

Come si denota quindi le schede di sicurezza danno una informazione completa non solo sui rischi che le sostanze possono dare alla salute e alla sicurezza, ma riportano anche i consigli per uno stoccaggio e per un utilizzo corretto, nonché le indicazioni su come agire in modo tempestivo ed efficace in caso di incidente. Va da se che i lavoratori devono poterne prendere visione prima del primo utilizzo e ogni qualvolta sia necessario.

Il Ministero della Salute mette a disposizione una banca dati di modelli di schede di dati di sicurezza (SDS) per un congruo numero di sostanze chimiche, scelte principalmente fra quelle classificate ufficialmente dall’Unione Europea e contenute nell’Allegato VI al regolamento 1272/2008, come utile supporto a tutti gli attori che hanno l’obbligo ai sensi del regolamento (CE) n. 1907/2006, di trasmettere al destinatario della sostanza una SDS a norma dell’allegato II del citato regolamento. La SDS, che come visto, rappresenta un utile ed indispensabile strumento di comunicazione nella catena d’approvvigionamento delle sostanze, ha purtroppo mostrato negli anni scadenti livelli di qualità. Pertanto il Ministero della salute ha predisposto una banca dati che, con i suoi aggiornamenti mensili, consentirà di uniformare ed elevare la qualità delle informazioni contenute, e fornire al contempo un utile punto di riferimento per gli Organi predisposti alle attività di vigilanza.

Tali modelli di SDS potranno essere utilizzati, modificati ed integrati da tutti coloro a cui spetta l’obbligo di redigere le SDS di sostanze, nonché da coloro a cui spetta l’obbligo di redigere le SDS di miscele ai sensi dell’articolo 31 del regolamento Reach.

Va infine precisato che i modelli di SDS contenuti nella banca dati non hanno valore legale, e non possono comunque sostituire l’esperienza professionale legata alla conoscenza diretta delle proprietà e degli effetti delle sostanze.

Cliccando su questo link (http://www.sicurgarda.com/servizi/schede-di-sicurezza-sds/) si può accedere ad un sito con accesso alla banca dati del Ministero della Salute.


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